Escursione sui monti della Daunia

Escursione nel preappennino dauno
Monte Crispiniano e Monte Faravella

Tempo:  8,00 h;
Percorso: 19,5 km circa;
Difficoltà percorso: impegnativo (sconsigliata in caso di abbondanti piogge);
Tipo percorso: sterrato, asfalto, fuori pista.
Da visitare: Fonte di bosco Bolano, Santuario Santa Maria del Bosco, Panni (Chiesa del Calvario, Chiesa Santa Maria Assunta, centro storico), Monte Crispiniano o Crispignano,  Santuario Madonna del Carmine, Fonte dell'Eremita, Monte Faravella.



Guarda il video del percorso


Ulteriori informazioni: Michele Fabio Ferro FB, Verde Mediterraneo FB, Info-Point Bovino

Inquadramento territoriale
Il territorio dei Monti Dauni vanta la presenza di diverse aree SIC (Siti di interesse Comunitario): La Valle del Cervaro, Bosco dell'Incoronata caratterizzata dalla presenza del corso del Cervaro, con formazioni di vegetazione ripariate di notevole importanza; l'area del Monte Sambuco che presenta un esteso bosco mesofilo; La Valle del Fortore - Lago di Occhitto, area protetta con invaso di origine artificiale in fase di lenta naturalizzazione e il Fiume Fortore, caratterizzato da una interessante vegetazione arborea ripariate, e dal piccolo e pregevole bosco Dragonara, importante dal punto di vista avifaunistico; l'area di Accadia - Deliceto ricca di boschi caducifogli e caratterizzata dalla presenza, lungo il torrente Frugno, di una caratteristica foresta a galleria di Salice e Pioppo; il Monte Cornacchia - Bosco di Faeto dove il monte Cornacchia (1152 m s.l.m.) costituisce la vetta più alta della Puglia; la Valle Ofanto, sito di elevato valore paesaggistico, archeologico e naturalistico, dove è stato possibile avvistare la lontra.
La zona di questa escursione si trova al centro di due antiche vie di comunicazione, a nord la Via Traiana che attraversa i centri di Faeto, Troia e Castelluccio dei Sauri, mentre a sud troviamo l'antico Tratturo Regio Pescasseroli-Candela che collegava la Campania alla Puglia. Ci troviamo nei pressi di di Agata delle Noci, frazione di Accadia, di circa 50 abitanti. se veniamo da Bovino, percorriamo la SP 139 Bovino-Accadia e dopo poco meno di 11 km superiamo Agata delle Noci, prendiamo la prima a destra e possiamo poi parcheggiare nelle vicinanze della seconda deviazione a destra.
Percorriamo circa 1 km su sterrato per poi svoltare a destra e salire leggermente verso il bosco di Bolano. La nostra prima e breve sosta è sotto un albero secolare per ammirare una prima fonte che precede il nostro prossimo obiettivo: il Santuario di Santa Maria del Bosco.

Santuario Santa Maria del Bosco – Panni (Foggia)
A 7 km dall’abitato di Panni, in un bosco ai piedi del Monte Crispignano, sorge la Chiesa della Madonna del Bosco, edificata nel luogo in cui, secondo la tradizione, una pastorella vide un immagine in legno con le sembianze della Madonna delle Grazie sopra un cerro. Successivamente, accanto alla chiesa fu costruito un convento affidato ai Padri Agostiniani che lo tennero fino al 1737. Partiti gli Agostiniani il complesso fu dato in gestione alla Parrocchia di Panni, i cui parroci curarono l’ampliamento della chiesa, trascurando il convento, che divenne alloggio di coloni e pastori e determinandone la decadenza. Molti miracoli sono attribuiti alla Madonna di Panni; nel 1794 la popolazione sgomenta per l’abbondanza di precipitazioni nevose che aveva compromesso le colture, invoxò la grazia della Vergine, e subito le nubi si aprirono rischiarando il cielo. In memoria della grazia ottenuta si fissò la data della festa al 6 Luglio. Analogo episodio si verificò nel 1797 quando in seguito a una prolungata siccità, i fedeli si recarono a pregare la Madonna, che li compensò con una abbondante pioggia.
Il Convento della Madonna del Bosco è un edificio di particolare pregio architettonico ed ambientale, realizzato probabilmente tra il XVI e XVII secolo, che conserva le caratteristiche costruttive e tipologiche originarie.

Dopo la visita al Santuario di Santa Maria del Bosco ci dirigiamo verso Panni, mancano circa 4 km.

Panni
Il nome di questo bellissimo borgo è sicuramente legato alla leggenda del Dio Pan, i suoi primi abitanti erano principalmente dediti alla pastorizia.
Dall'alto di un promontorio del preappennino dauno, domina la valle solcata dal fiume Cervaro e gode di un panorama che si estende fino al promontorio del Gargano. Nelle belle giornate di sole questa cartolina si arricchisce della vista del Golfo di Manfredonia e del massiccio del Matese. Mentre le calde tinte del sorgere e del calar del sole, disegnano la figura supina di Iside, la "bella signora del Sannio".

Qui di seguito la storia del Dio Pan, dio dei boschi che inventò la musica (edizioni Edessae)
Pan era il dio dei culmini montani, delle solitudini terrestri. Egli viveva su gli alti gioghi dei monti dell’Arcadia, nascosto a tutti e dovunque presente. Non si faceva vedere perché era molto brutto e la sua vista metteva orrore non solo agli uomini, ma anche agli animali e alle piante. La sua enorme testa ricciuta era adornata da due robustissime corna tortili come quelle dei montoni, sul mento portava una barbetta anch’essa riccioluta e coperta di bruscoli, il suo petto largo e villoso aveva il colore del rame. Ma quelle che lo rendevano più strano e più orrendo erano le gambe. Dalla cintola in giù Pan aveva la forma di un caprone, era ricoperto di un pelo lungo e fulvo e i suoi piedi esili e piccoli finivano in due zoccoli fessi come quelli delle capre.
Pan era un dio beffardo e bizzarro e quando riusciva ad afferrare qualche ninfa, chiamava dalle macchie intorno uno stuolo di egipani, i piccoli fauni che lo seguivano nelle sue corse meridiane; faceva legare la ninfa al tronco di un albero con i tralci dell’edera e poi tutti insieme si mettevano a farle intorno una sarabanda infernale, ridendo, danzando e punzecchiandola fino al tramonto.
Perciò le ninfe temevano e fuggivano Pan e quando udivano stormire le frasche o squillare il suo cachinno in mezzo alle rupi, si nascondevano nelle scorze degli alberi o si tuffavano nelle acque dei laghi e dei fiumi.
Ma il dio Pan era molto triste perché era sempre solo. Data la sua orrenda bruttezza, nessuna ninfa aveva mai voluto sposarlo ed egli viveva sulle cime dei monti con le aquile, le serpi e gli animali selvatici. La sua unica compagna era la musica.
Un giorno, mentre si trovava a passare nell’ora meridiana vicino al fiume Landone, scorse seduta sul margine una fanciulla che era la più bella fra quante avesse mai visto in quei paraggi. Era delicata ed esile come un virgulto, il suo viso era bianco come la spuma, una bella chioma di un denso azzurro le copriva le spalle e i suoi occhi erano come i fiordalisi nel grano. Si chiamava Siringa ed era una figlia del fiume Landone. Come la vide il divino cuore di Pan si mise a palpitare e dalla bocca per la gioia gli uscì uno di quei suoi cachinni lunghi e squillanti, che facevano risuonare il cielo e tremare le piante. La ninfa l’udì e piena di spavento si tuffò nelle acque sparendo in un vortice di spuma.
Con gli occhi ancora pieni della sua bella immagine Pan corse lungo l’argine fino al luogo dove quella si era tuffata, la cercò, la chiamò ad alta voce, si mise a fischiare con un filo d’erba una musica soave, ma le acque del fiume continuarono a scorrere e a mormorare silenziose e la bella Siringa non apparve più.
Da quel giorno Pan non poté più dimenticare la ninfa e non pensò ad altro che al modo di sorprenderla quando quella usciva nel mezzogiorno a danzare con le sue sorelle nel bosco vicino. Dall’alto della montagna, dove aveva la sua dimora, Pan spiava la riva del Landone in attesa di vederla. E un giorno difatti la vide. Era l’ora meridiana. Intorno era un grande silenzio, tutto pareva assorto e assopito nell’afa sonnolenta. La ninfa emerse dalle acque, bianca come un fiore di ninfea, si asciugò gli azzurri capelli e balzò sulla riva, spiando la campagna. Tutto taceva a perdita di occhio e dalla montagna lontana scendeva una musica che Siringa credette la voce di Pan.
Il dio era dunque lontano, ella poteva correre nel bosco e danzare sotto gli alberi con le sue sorelle. S’incamminò di fatti, passando coi piedi leggeri sulle erbe fiorite e già entrava tra gli alberi del bosco, quando un fruscio appena percettibile la fece trasalire. Si volse ed emise un grido acutissimo: Pan l’aveva vista dalle alte cime e rapido come un astore era disceso per incontrarla. Folle di terrore la ninfa si mise a correre verso il fiume, ma Pan la rincorse, la raggiunse e l’afferrò per il cinto proprio mentre quella aveva già immerso uno dei suoi bianchi piedini nelle acque. Allora la ninfa in preda al terrore chiamò ad alta voce il fiume che riposava in una grotta vicino alla sorgente. – Padre mio, Landone, aiutami!
Il vecchio fiume emerse con la gran testa stillante fuori dalle acque, e levò nella calura la sua voce potente. In un attimo i piedi della ninfa si abbarbicarono alla sponda con forti radici nodose, il suo cinto si assottigliò in un fusto sottile e flessibile, le braccia che annaspavano nel vento si convertirono in foglie lunghe e fruscianti e la testa e la chioma si cangiarono in un lungo fiore biancastro a forma di bandiera. La bella Siringa si era trasformata in un ciuffo di canne. Deluso, il divino Pan si sedette sull’argine gemendo. Nulla egli poteva contro il comando del dio fluviale. Per un pezzo rimase a lamentarsi al margine della corrente che mormorava minacciosa. Non sapeva distaccarsi dalla ninfa diletta. Poi improvvisamente si mise a danzare come un folle, inebriato da un’amorosa idea. La ninfa bellissima gli sarebbe stata compagna egualmente nella sua solitudine. Prese un coltello che portava attaccato alla cintola, tagliò un paio di quelle canne, le divise in tanti pezzi di altezza degradante, le unì con fibre di lino spalmate di cera ancora tutta intrisa di miele, e si fabbricò un flauto a sette fori. Foggiato lo strumento melodioso, se lo portò alla bocca e si mise a soffiarvi dentro tutta la passione del suo cuore. Una indicibile armonia si sprigionò da quei sette fori e parve che tutta la terra e l’aria cantassero con lui. Ogni foro rendeva una nota diversa, che il dio modulava in modo perfetto, e in quella musica si sentiva il canto degli uccelli, il mormorio delle acque, il frusciare delle fronde, il sapore del miele e il profumo dei fiori. E fu così che nacquero le sette note e il flauto di Pan.

Lasciamo Panni passando davanti a ciò che resta di quello che doveva essere un importante castello, probabilmente risalente al XI-XII secolo, infatti le sue origini sono incerte e rimangono solo una torre quadrangolare e parti di mura perimetrali. La datazione della torre è controversa: alcuni la vogliono ordinata verso il 1535 da Pietro da Toledo, vicerè di Napoli, altri l'attribuiscono al periodo normanno, altri ancora all'età di Federico II di Svevia.

Si prosegue poi in direzione di Monte Crispignano o Crispiniano, una delle poche cime a superare quota mille in Puglia, avremo un dislivello di circa 250 mt.

Altra importante tappa è il Santuario della Madonna del Carmine che sorge sul Monte Crispignano, uno dei monti più alti della Puglia (1105 mt s.l.m.) da cui si può ammirare lo splendido e suggestivo panorama delle montagne e delle colline che gli fanno da corona.
In questo luogo, come vuole la tradizione, la Vergine apparve ad un innocente pastorello, in una fenditura della roccia e qui venne edificata una prima cappella tra la fine del secolo XIII e l'inizio del XIV sotto il titolo di Madonna di Crispignano. La cappella, dopo alcuni anni crollò, venne riedificata e affidata a un eremita che dedicava la sua vita alla cura e alla custodia della stessa cappella e all'assistenza dei pellegrini che compivano per devozione i tre giri intorno alla sacra Roccia. L'eremita dava loro da bere l'acqua miracolosa della vicina fontana chiamata ancora oggi "Fontana dell'Eremita".

Si continua per raggiungere la cima del Monte Faravella (1043 mt s.l.m.) per poi ridiscendere sul versante che porta ad Agata delle Noci e ritornare così al punto di partenza.
Bisogna fare attenzione alla discesa perché molto ripida, inoltre si dovrà passare attraverso terreni privati con mucche podoliche al pascolo.

Monte Crispiniano
Monte Crispiniano
Fonte di bosco Bolano
Fonte di bosco Bolano
Rudere in bosco Bolano
Rudere in bosco Bolano
Santuario Santa Maria del Bosco
Santuario S. M. del Bosco
Santuario Santa Maria del Bosco
Santuario S. M. del Bosco
Santuario Santa Maria del Bosco
Santuario S. M. del Bosco
Panorama sul sentiero verso Panni
Panorama sul sentiero verso Panni
Chiesa del Calvario - Panni
Chiesa del Calvario - Panni
Panni - Centro storico
Panni - Centro storico
Resti del castello - Panni
Resti del castello - Panni
Monumento dedicato al Dio Pan
Monumento dedicato al Dio Pan
Panorama su Panni
Panorama su Panni
Cima di Monte Crispignano
Cima di Monte Crispignano
Santuario della Madonna del Carmine
Santuario della Madonna del Carmine
Grotta del Santuario
Grotta del Santuario
Monte Faravella
Monte Faravella
Fonte dell'Eremita
Fonte dell'Eremita
Monte Faravella
Monte Faravella


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